Per la seconda collaborazione come Content Creator per il progetto "ITInerari Sardegna" promosso dal Gruppo Alberghiero sardo ITI MARINA Hotels & Resorts, sono stato a Budoni. In questi sei giorni ho alloggiato al Villaggio Baia dei Pini, posizionato a soli 200 metri dalla splendida spiaggia di Budoni. Il villaggio turistico 4 stelle mi ha colpito particolarmente per la cura degli spazi verdi, per lo staff sempre pronto a farmi sentire a "casa" e per la bellissima piscina centrale, una delle tre presenti nella struttura. In questo itinerario voglio proporvi diverse escursioni da fare per scoprire la bellezza del territorio, avendo come "punto base" il Villaggio Baia dei Pini. Ho esplorato in gommone l'Area Marina Protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo, scoprendo luoghi davvero incredibili. Ho visitato uno dei borghi più belli d'Italia, Posada. Ho conosciuto la storia della "mia terra", visitando il nuraghe San Pietro a Torpè. Ho conosciuto la famiglia Deiana, con la loro azienda Terra Sarda, che da oltre un secolo produce oggetti in ceramica meravigliosi. Ho avuto anche il tempo per rilassarmi, gustando un buonissimo aperitivo al tramonto a Porto Ottiolu. L'area marina protetta di tavolara-punta coda cavalloLa prima escursione che voglio proporvi è quella via mare, visitando con un gommone l'Area Marina protetta di Tavolara-Capo Coda Cavallo. Mi sono affidato alla professionalità di Noleggio Stella Marina che dal 2007 organizza escursioni per Tavolara e non solo. La nostra escursione si è divisa in quattro tappe: ![]() Cala Brandinchi La spiaggia di Cala Brandinchi si trova nella località di Capo Coda Cavallo, quasi di fronte l'imponente isola di Tavolara, nel territorio di San Teodoro. Cala Brandinchi è caratterizzata da finissima sabbia bianca e acqua cristallina di colore turchese, circondata da una profumata macchia mediterranea. Grazie alle caratteristiche del suo mare è conosciuta anche con il soprannome di “Piccola Tahiti”. Nel 1997 la zona di Capo Coda Cavallo è diventata unʼarea protetta, che comprende l’area che va dallo Stagno di San Teodoro fino alle tre zone definite di Protezione Speciale: lʼisola di Tavolara, Molara, e Molarotto. La zona circostante alla spiaggia richiama numerosi appassionati di birdwatching, grazie anche alla presenza dello stagno di Brandinchi alle spalle della spiaggia, nel quale dimorano aironi, fenicotteri rosa e cavalieri d'Italia. La spiaggia è famosa anche perché il 17 ottobre del 1867 partì da Cala Brandinchi Giuseppe Garibaldi, alla volta di Piombino, con l'intento di liberare Roma. ![]() Capo Coda Cavallo La spiaggia di Capo Coda Cavallo si trova nel nord-est della Sardegna, nel comune di San Teodoro. La spiaggia è lunga e stretta, caratterizzata da sabbia chiara con un mare cristallino dai colori che variano dal celeste all'azzurro. Capo Coda Cavallo è riparata dall’imponente mole di Tavolara, dalle rocce di Molara e dall'isolotto di Proratora, insieme alle quali compone un’area protetta estesa 15 mila ettari. Il nome della spiaggia deriva dalla particolare forma del promontorio Capo Coda Cavallo. Piscine naturali di Molara Le piscine naturali di Molara sono una delle principali attrazioni per chi visita il Parco marino protetto di Tavolara-Punta Coda Cavallo. Questo specchio d'acqua cristallino si trova nella parte sud-occidentale di Molara. L'isola, di natura granitica, deve il suo nome medievale alla sua conformazione rotondeggiante, quasi a raffigurare una mola. L’isola è proprietà privata di una famiglia di Olbia e non è visitabile, la visita è consentita solo sulle coste. Le piscine di Molara sono raggiungibili esclusivamente in barca: ![]() Isola di Tavolara L'isola di Tavolara è una montagna calcarea e granitica alta 560 metri, situata nella costa nord-orientale della Sardegna. Il colosso granitico è caratterizzato da rocce imponenti e da meravigliose tonalità cromatiche: il verde della macchia mediterranea e il turchese del mare. Tavolara è anche nota come il regno più piccolo del mondo. La storia dell'isola è legata a Re Carlo Alberto di Savoia che, secondo una leggenda, sbarcato alla ricerca delle mitiche capre dai denti d’oro, nominò il suo unico abitante, Giuseppe Bertoleoni, re dell’isola. I discendenti sono tuttora gli unici residenti e guardiani dell’isola. PoSADA e torpé![]() Come seconda escursione abbiamo scelto di visitare prima il bellissimo borgo di Posada, che si trova a pochi chilometri dal Villaggio Baia dei Pini. Il borgo medievale è arroccato su una collina calcarea sovrastata dal Castello della Fava, costruito nel XIII secolo. Del castello, oggi, rimane la torre e le rovine restaurate della cinta muraria. Il borgo si presenta come un labirinto di pietra fatto di intricati vicoli, ripide scalinate, archi e piazzette. Da vedere nel borgo anche la chiesa parrocchiale di sant'Antonio Abate, patrono del paese, risalente al 1324 e ricostruita nel Seicento. Posada oltre ad essere tra i borghi più belli d'Italia, è detentrice da otto anni delle “5 Vele di Legambiente”. Vi consiglio di visitare assolutamente il Castello della Fava perché dalla torre avrete un panorama a 360 gradi su tutta la costa. Il costo del ticket è di 3,00 Euro. Dopo aver visitato il borgo ci siamo diretti a Torpè, distante soli 3 km, per visitare il nuraghe San Pietro. Il nuraghe è uno dei monumenti preistorici più importanti delle Baronie, situato su un'altura a margine della piana alluvionale del rio Posada. Il nuraghe San Pietro è un nuraghe di tipo complesso quadrilobato, costituito da un mastio centrale e quattro torri laterali aggiunte e realizzate con grossi blocchi sbozzati di trachite rossa locale. Davanti all'ingresso della torre in direzione sud si trova un cortile murato, di forma rettangolare, che mostra le diverse fasi costruttive del monumento in quanto la pietra utilizzata non è più la trachite, ma lo scisto lavorato in lastre di piccole dimensioni. Al centro del cortile si trova un pozzo largo 60 centimetri. A qualche metro di distanza dal nuraghe è situato il villaggio nuragico di San Pietro. Dagli scavi è emersa una struttura formata da 6-7 vani di forma rettangolare edificati utilizzando lastre di scisto locale di piccole dimensioni. Si pensa che il villaggio sia stato abitato anche in epoca romana, fino al I e II secolo d.C. La parte visibile è stata compromessa dagli agenti atmosferici e dallo sviluppo degli arbusti di macchia mediterranea che da sempre colonizzano l'intera area causando dei crolli. SiniscolaLa terza escursione che voglio proporvi è una di quelle che mi è piaciuta di più. Vi consiglio assolutamente di visitare la produzione di ceramiche Terra Sarda della famiglia Deiana, che lavora la ceramica da cinque generazioni. Nella mia visita alla produzione, mi hanno mostrato tutti i vari passaggi per ottenere un oggetto perfettamente pronto alla vendita. Si parte dalla lavorazione dell'argilla al tornio, una delle fasi più difficili e delicate. Questa fase di costruzione richiede molta forza fisica e soprattutto tanta esperienza. ![]() La fase successiva è quella dell'essiccazione. Gli oggetti di argilla vengono lasciati asciugare, d'estate bastano tre giorni mentre d'inverno fino a tre settimane. Quando l'oggetto è finalmente secco, viene rifinito con una spugna e poi messo in forno per due giorni. Il primo giorno la temperatura del forno sale gradualmente fino a mille gradi e impiega lo stesso tempo per raffreddarsi. All'apertura gli oggetti non sono più in argilla ma in terra cotta; questa è la base per la futura ceramica. Successivamente il pezzo verrà smaltato. Lo smalto , come i colori che verranno utilizzati per la decorazione, è un composto di pietre naturali e acqua a uso alimentare. Una volta immerso nello smalto, l'oggetto dopo pochi secondi è asciutto e si mette un timbro con il nome dell'azienda. Lo smalto viene lasciato riposare per due giorni circa prima che l'oggetto venga decorato. Il disegno viene inciso sullo smalto con una penna con la punta in acciaio, successivamente soffiato con una pistola ad aria compressa per rimuovere tutti i residui e lasciare più visibile il graffito. Il decoro più usato nella tradizione sarda è la Gallinella, simbolo di fertilità, ricchezza e prosperità all'interno della famiglia. Un'altro decoro che viene spesso utilizzato è il corallo, ma sono frequenti altri disegni a seconda della fantasia del decoratore o dalle richieste del cliente. La fase successiva è quella della pittura. Una volta terminata questa fase, l'oggetto viene rimesso nel forno a 900 gradi per una seconda cottura. Alcuni colori, usciti dal forno, cambiano tonalità e lo smalto diventa lucido e brillante. Ad esempio il viola diventa blu. Ora l'oggetto è pronto per essere venduto. Questa guida termina qui, vi consiglio anche di gustarvi un aperitivo in uno dei tanti locali situati a Porto Ottiolu. Io sono stato al ristorante Caffè Nautilus.
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Novembre 2020
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